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Diamante - Cirella

Aggiornamento: 7 apr 2021

È il paese con il più bel lungomare del Tirreno. Sorto nel 1638 là dove c'era un tempo il porto dei Focesi, nacque come pertinenza di Belvedere Marittimo e appartenne a famiglie feudali come quella dei Carafa. È raccolto su una scogliera su cui si infrangono le onde del mare che portano sulla passeggiata fragranze sempre nuove. Matilde Serao per questo coniò l'espressione "perla del Tirreno". E dalla sua bellezza sarebbe nato il nome stesso di Diamante. E tuttavia nelle carte antiche, specie del '600, il torrente Corvino veniva chiamato "fiume Diamante", tardi il centro abitato venne definito con il nome attuale. E sarebbe stato pertanto il fiume a dare il nome al paese.

Più suggestiva l'ipotesi dell'origine greca del nome, che riecheggia la presenza focese sulla costa tirrenica. Un popolo di etnia greca, gli Amantes, sarebbe vissuto da queste parti e Dio o Dia indicano tuttora un capo e un'isola di Creta. Da qui Diamante. Oggi è il "paese dei murales". Si tratta di 130 dipinti sui muri delle case del centro storico. L'idea è stata del pittore Nani Razzeti e Diamante fa ora parte dei paesi dipinti, un'associazione di comuni promossa dall’Azienda di Promozione turistica di Varese e nella quale il centro tirrenico calabrese è al primo posto per avere il più gran numero di opere di artisti di tutt’Italia. Ogni anno a giugno con l’”operazione murales” si provvede a curare i dipinti e ad aggiungere altri.


Cirella: Sul promontorio a sud della pianura su cui sorgeva Laos, c'era Cirella, oggi frazione di Diamante, e in età antica con tutta probabilità un piccolo scalo marittimo controllato dalla vicina città sul Lao. Erodoto la indica come uno dei paesi della costa tirrenica in cui si rifugiarono i superstiti sibariti del 510 a.C. e per Strabone doveva essere addirittura il termine tirrenico dell'istmo fra Turi e Cerilli, come veniva chiamato in greco questo modesto insediamento che non assunse mai le caratteristiche e l'aspetto di una città. È certo che prima dell'arrivo dei Romani venne dominata dai Lucani, specie dopo la sfortunata spedizione di Turi del 389 a.C. In seguito il nome greco del paese divenne nella lingua di Roma Cerelis.

Di età imperiale romana è ritenuto Mausoleo, di cui restano ruderi abbastanza consistenti ma non tali da consentirne una sicura datazione. É costruito in laterizi, a opus testaceum, e la copertura è a cupola. Si tratta di un tempio pagano, originariamente in aperta campagna, a pianta circolare, nel medioevo utilizzato prima come chiesa e poi come deposito di prodotti agricoli.

In cima alla valle sono visibili i ruderi di Cirella Vecchia: una chiesa con campanile romanico su tre arcate, di cui restano interessanti affreschi del '400, una casa con bifora e una cappella medievale dall'abside semicilindrica e con un piccolo campanile a forma di vela. La città fu saccheggiata prima da Annibale e poi dai Saraceni. I Francesi infine furono capaci di bombardarla dal mare nel 1806 e restarono solo rovine. Da qui si gode uno stupendo panorama da Capo Scalea verso sud, dall'Isola di Torre Talao all'Isolotto di Cirella, con preziose scogliere e ampie spiagge, protese in piccole accoglienti baie. Oggi Cirella è una stupenda terrazza sul mare, in cima ad un'insenatura. E uno dei centri turistici meglio attrezzati della Riviera dei Cedri, punto di riferimento di importanti manifestazioni artistiche e culturali. Al centro del ridente borgo marinaro si trova la Chiesa di Santa Maria de Flores, con resti di opere della città antica.



Foto

Giovanni Carnevale - Fedele Penna




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