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Paola

Aggiornamento: 1 apr 2021

E' legata a San Francesco come il ramo al suo tronco, scriveva Padre Francesco Russo dell’Ordine dei Minimi. Chiunque giunge a Paola, sa che, a monte di questa, c’è il luogo più santificato della Calabria, la casa di Francesco Martolilla. I coniugi Giacomo e Vienna ebbero il loro figlio dopo molti anni (27 marzo 1416), attribuita ad una grazia di Dio ottenuta per intercessione di San Francesco d’Assisi che concesse, anche, la guarigione del piccolo dovuta ad una grave affezione all’occhio sinistro.

A seguito della grazia ricevuta, i coniugi offrirono la vita di Francesco al Signore facendolo rivestire dell’abito francescano, all’età di quindici anni e nel Convento di San Marco Argentano. Dopo l’anno di prova in cui cominciò a manifestare i segni della sua santità, Francesco si mise in pellegrinaggio verso Assisi, e al ritorno, attorno al 1435, si ritirò a vita eremitica in un podere di famiglia, presso una cavità, oggi la Grotta della Penitenza, ottenuta nella spalla di un antico ponte medievale, distante un miglio dall’abitato e immerso in una vita segnata dalla preghiera, dal lavoro manuale e da rigorose astinenze e digiuni.

A tal proposito, il ponte visitato oggi da tanti pellegrini e turisti, collegava i casali di San Michele di Fuscaldo e Santa Maria delle Fosse di Paola ed è testimone del passaggio di Riccardo I Cuor di Leone mentre si recava a Messina per partecipare alla terza crociata. La presenza di Francesco nella montagna di Paola e il suo stile di vita non rimasero a lungo sconosciuti, tanto che, assetati di speranza e desiderosi di guarire dai tanti mali della vita, in molti accorsero presso la sua grotta.

Tra i devoti e i curiosi, si formò un piccolo gruppo che, col tempo, crebbe di numero e che sin dagli inizi mostrò l’interesse di impegnarsi in una vita più aderente al Vangelo. Francesco, quindi, maturò l’idea di realizzare una piccola chiesa come luogo di preghiera per gli eremiti e per i fedeli che vi giungevano. Il primitivo oratorio oggi fa parte dei sotterranei del convento e si accede ad esso da una piccola scalinata in prossimità del chiostro che, tra l’altro, narra della vita e della santità del Santo attraverso dei seicenteschi affreschi, sulla sponda sinistra del Torrente Isca.



Testo Maria Rosaria Sangineto

Foto Giovanni Carnevale

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