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IL CEDRO 

TRA COLTURA E CULTURA 

Oggi la coltura del Cedro, sebbene limitata in un’area molto ristretta del suolo calabrese, costituisce uno dei comparti cui è maggiormente legata l’immagine dell’agricoltura calabrese. A parte la specificità ed unicità del prodotto, preme sottolineare il notevole valore aggiunto conferito all’agrume dalla sua valenza storico-culturale e gastronomica.

La Riviera dei Cedri, che si estende da Tortora a Paola, su di una striscia di terra impareggiabile con bellezze artistiche e naturali, con paesaggi aspri ed incantevoli, è l’habitat ideale per la crescita e lo sviluppo della pianta del cedro in quanto risponde a delle specifiche esigenze pedoclimatiche e microclimatiche. Questa fascia costiera permette al cedro di trovare particolari condizioni: abbondanza di falde acquifere, precipitazioni cospicue, condizioni climatiche in genere prive di escursioni termiche con minimi assoluti tali da non compromettere la vita delle piante e terreni ricchi di azoto, potassio, humus e argilla calcarea.

 

La varietà coltivata in questa località è la liscia-diamante (comunemente detta di Santa Maria del Cedro). Questa è molto pregiata ed è la più ricercata rispetto ad altre allevate in altri Paesi del mondo in quanto, godendo di un paesaggio rurale quasi immutato, dove l’uomo è ancora legato al territorio, riesce a sprigionare le sue migliori qalità organolettiche ed estetiche.

 

Tale produzione interessa in maggior misura la Calabria ed in maniera esclusiva la provincia di Cosenza (Riviera dei Cedri), quasi per il 98%, dove tra l’altro, in questi ultimi decenni, tutta la produzione cedricola italiana e calabrese si è ormai concentrata e ristretta. E' merito soprattutto degli Ebrei se tale coltura si è diffusa e potenziata in alcune aree del mondo, in quelle soprattutto dove le particolari condizioni climatiche e pedologiche lo hanno permesso, trovando nel cedro calabrese quello più rispondente ai canoni di purezza richiesti per il rituale di Sukkot. Nella Bibbia è descritto come il frutto dell’albero più bello o come il pomo proibito (etrog) dell’Eden, prima della caduta e cacciata dell’uomo.

 

Con il cedro si possono realizzare, nell’ambito della gastronomia tipica, conserve, marmellate, primi e secondi piatti a base di carne o di pesce, raffinate salse verdi, cocktail e liquori dall'enorme potere digestivo, nonché prodotti di bellezza, delicati saponi biologici e profumi dalle note agrumate che richiamano suggestioni tipiche del Mediterraneo.

I Cedri di Dio - di Paolo Di Giannantonio

I Cedri di Dio - di Paolo Di Giannantonio

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